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Il giocatore medio di magic

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Topdeck o allenamento?

  • Flavio Pisani
  • 29/03/2021
  • 546 views
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Sommario
  1. Le banalità sul topdeck
    1. Porsi degli obiettivi
  2. Il Testing previene il topdeck
  3. Cosa abbiamo appreso?
  4. Perché il pro ha un topdeck migliore?
    1. Quindi, diamo ancora la colpa al Topdeck?

Ciao a tutti e ben ritrovati in uno di quegli articoli che a me e a pochissimi altri piacciono! Quel genere di articoli che ti mettono di fronte a delle piccole ma fondamentali verità, come il topdeck!


Bene, ora che ci siamo levati dalle scatole tutti quelli non interessati possiamo cominciare.E

E come si conquista la famosa attitude? Con pochi e (non) semplici passaggi, almeno per me.

Le banalità sul topdeck

Innanzitutto un grazie vanno a Upumpa89 e Marcomale! Entrambi capaci di farmi crescere da “giocatorino” a vero e proprio giocatore, quindi grazie!

Avreste mai detto che i giocatori che fanno più errori sono gli stessi che non analizzano mai il loro modo di giocare? Trattando sempre i soliti clichè: “eh, ho sfigato un po’ col flood / il mio oppo ha fatto solo topdeck/ ecc ecc… 


Chiariamo: ci siamo passati tutti da queste frasi almeno una volta e quindi vi assicuro che non voglio giudicare nessuno, assolutamente.


Ora, perché succede questa cosa? Dopo un buon periodo di auto-analisi e concentrazione su me stesso posso provare a dare una risposta: perché non hai voglia di sbatterti. Parlo dando del tu perché è proprio così che io mi sono risposto.  


La coscienza di sé stessi – in questo e in altri campi – passa da un complesso e (più o meno) lungo processo mentale. imparate le regole e appresi gli step base ci si deve porre a un livello su cui si è disposti ad ammettere i propri errori. Perché? Per riuscire a valutarli e poter tentare di non commetterli mai più. (anche qui, non è detto che il passaggio sia istantaneo ma magari ci vorrà del tempo, soprattutto se parliamo di un errore calcificato).


Come arriviamo a questo step? Facile: sbattendosi!


Porsi degli obiettivi

Verissimo e ti dico subito che ti troverai benissimo su Are nessuno ti impone di andare oltre! Se non intendi MtG come uno sport ma come un passatempo, leggeresti contenuti per te fuori luogo.


Ora che anche i meno interessati ci hanno abbandonato, continuiamo.
Sbattersi vuol dire un po’ di cose per me (di nuovo, ringrazio i due di inizio articolo), vediamo se condividete: 

  • porsi un obiettivo 
  • avere chiara in mente la via per arrivarci. (parlo di passaggi obbligati per arrivarci:tipo andare al PT e quindi fare top1200 in un determinato mese su Arena e cose così)
  • testing (variegato – tipo giocare league su MtGO o in ladder su Arena – e/o mirato – per cui organizzarsi con altre persone e testare a fondo un particolare MU o particolari scenari di gioco)
  • analisi delle partite vinte
  • studio delle partite perse
  • ri-esame delle giocate
  • tentativo di ottenere l’ obiettivo

Non vi ho detto nulla di nuovo? Perfetto, per alzata di mano e in modo sincero, quanti di voi hanno mai passato un’ ora del proprio tempo a giocare e almeno un’ora e mezza a riguardarsi? 

Oppure, quanti di voi hanno una giocata in cui si sentono particolarmente sicuri (tipo fare Brainstorm e poi fetch) e hanno passato qualche minuto a metterla in discussione e capire le motivazioni per cui la fate? Vi siete mai chiesti “è sempre giusto far così o ci sono situazioni dove si può applicare in maniera diversa? 

Il Testing previene il topdeck


Io prima di poco tempo fa non facevo queste cose e passavo il mio tempo a giocare a ripetizione non capendo cosa succedesse e perché non mi schiodassi mai dai miei risultati mediocri (togliendomi qualche soddisfazione minore tipo fare dei 5-0 su MtGO sporadici che valgono come vincere un FNM o fare delle streak incredibili su MTGA salvo poi ricordarmi che la ladder non sia proprio il miglior spettro per il testing), poi ho provato a fare una cosa diversa e la mia prospettiva è incredibilmente cambiata.

Cioè, questa giocata di Arne Huschenbeth non è arrivata per puro caso, è sicuramente frutto di allenamento sia a livello tecnico che mentale. Perché si, magari non è la linea più complicata del mondo, ma farla in quello spot durante quel torneo implica dei passaggi obbligati nella propria testa. Implica certezza nei propri mezzi e calma durante la partita, cosa ancora più difficile se dall’ altra parte hai contro Javier Dominguez.


Sono immediatamente diventato un giocatore migliore? No, anzi, il processo è lungo e data la mia reticenza nell’ auto valutarmi ci vorrà molto tempo.Ho avuto dei risultati tangibili subito? No, ma proprio no. Ultimamente su MtGO mi capita una cosa incredibile, vado quasi a 0.00 sul timer, ma per ora non mi interessa. So di essere un giocatore molto veloce quando voglio ma per il momento il mio obiettivo è districare i miei dubbi e cercare di capire quale giocata si riveli migliore in ogni spot possibile (si, sto cominciando ad avere delle manie ossessivo-compulsive, ma quello è tutto un altro discorso).


Insomma, ho capito che sbattendomi avrò risultati migliori. 


Cosa abbiamo appreso?


…cerchiamo di capire cosa possiamo estrapolare da queste pochi righe. 
Il rifugiarsi in modi di dire, luoghi comuni da torneo o semplici esternazioni della propria frustrazione è facile e può capitare a tutti, ma capita molto ma molto più spesso a giocatori amatoriali che professionisti. Perché? 

Crediamo sul serio che a Reid Duke, Stan Cifka o Luca Magni capiti meno spesso rispetto a noi di trovarsi a dover mulligare a 5 tenendo una mano brutta o pescare tre terre di fila magari mentre il nostro oppo topdecka?  


Non credo, e fondo la mia idea su una base matematica. Se io faccio 100 partite a settimana con un mazzo che comprende 20 terre avrò molte meno possibilità di pescare quattro terre in fila tra le pescate numero 7 e 11 rispetto a sé io giocassi 1000 partite con lo stesso mazzo. 

Perché il pro ha un topdeck migliore?


Nessuno è libero dai fardelli che assillano ogni giocatore e quindi, ponendoci tutti sullo stesso piano,  com’è possibile che i pro siano pro e io sia a casa mia a incazzarmi come una mina?! Easy, perché io non massimizzo le mie giocate rispetto al piano che il mio mazzo o la partita propone trovandomi incapace di gestire le situazioni che mi si presentano e andando quindi in difficoltà per poi, spesso quando questo capita, essere sopraffatto da un avversario che invece ha chiaro il suo piano e semplicemente lo applica contro di noi. Di nuovo trovo e vi dico essenziale sfruttare il tempo per analizzare e vostre partite (o quelle di altri che giocano il vostro stesso mazzo magari) più che per giocare e giocare e giocare senza mai fermarsi a ragionare.


Di nuovo, “Mengucci si e io no?! Mi mancherà sicuramente del talento! Non potrò mai farcela,  tanto vale giocare Tron”. Ho citato volutamente quello che ritengo il più talentuoso giocatore italiano da qualche anno a questa parte, non fraintendete. 


Io non conosco di persona Mengu ma quello che vedo di lui quando gioca è un talento cristallino nel leggere le giocate e cercare di trarre vantaggio da ogni situazione. Possiamo dedurre che sicuramente il nostro rappresentante nazionale della MPL sia naturalmente portato per il gioco, non c’è nulla di male ad ammetterlo ma non possiamo fermarci lì altrimenti assumeremmo per certo che MtG sia un gioco elitario quando invece è l’ esatto opposto. 


Anche lui, sicuramente, avrà passato o passerà del tempo ad analizzare e cercare di capire i movimenti della partita, del meta, delle scelte di deckbuilding. Certo, lo farà in maniera più veloce ed efficace di me o su argomenti diversi da quelli che penso perché focalizzato su altro, ma il succo è che non possiamo fermarci a pensare che basti il giocare meccanicamente per portare a casa il risultato.


Il testing è importante ma è non tutto. 


Quindi, diamo ancora la colpa al Topdeck?


Io non sono nessuno ma vi consiglio, come mi è stato consigliato, di passare del tempo ad analizzare le vostre scelte. 

Vi dico che il netdecking è lontanissimo dall’ essere un reato, anzi, ma cercate di intuire il perché delle scelte del mazzo che scaricate e giocate.

Cercate di fare un po’ di auto critica – sana e costruttiva – e valutatevi. Fatelo in un gruppo di playtesting se potete in maniera da poter avere sempre qualcuno che vi osservi e magari trovi delle linee diverse dalle vostre. Aprite un confronto e non lasciate che la vostra mente si chiuda sulle vostre scelte prendendole sempre per giuste.

Se volete approfondire questi argomenti vi invito a entrare nei canali discord GMDM e del Blue Dojo.

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Flavio Pisani

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